Viaggio ad immagini verso la consapevolezza di sé: come fotografare i bambini allo specchio e perché il risultato è così magico
Quante volte ci guardiamo allo specchio, noi grandi? Cerchiamo nel nostro riflesso quei lineamenti che ci caratterizzano, le linee e le carezze del tempo, sicurezza, controllo, gli ultimi ritocchi prima di uscire (e sì, lo sappiamo, anche l’angolatura perfetta per la classica foto allo specchio, magari in ascensore).
E i bambini? Perchè i neonati sono così attratti dallo specchio?
L’interesse dei più piccoli verso questo oggetto, protagonista fin dall’alba dei tempi di fiabe (chi non ricorda una cattivissima quanto affascinante strega domandare proprio a uno specchio chi fosse la più bella del reame) e leggende, comincia prestissimo, fin dai primi mesi di vita. Di tutti i giochi a disposizione, gli stimoli esterni, lo specchio è in assoluto uno degli oggetti prediletti e più importanti per un mini umano, semplicemente perché ciò che più di tutto attira l’attenzione dei nostri cuccioli è proprio il volto di una persona.
Inizialmente l’approccio del bambino ad uno specchio infatti è assolutamente inconsapevole ed istintivo: il neonato non si rende ancora conto che ha davanti a sé nient’altro che la sua immagine riflessa, ma interpreta quella figura come un’entità esterna con la quale interagire. E qui comincia la magia che a volte ci è capitato di poter immortalare “fotograficamente parlando”. Vocalizzi, sorrisoni, movenze buffe per stabilire un contatto con quello che è percepito come un altro bambino, e l’immancabile manina che sfiora la superficie liscia e lucente dello specchio.
Per questo fotografare un bambino che si specchia per noi è da sempre interessantissimo. Fermare per sempre attraverso uno scatto lo sguardo che i piccoli dedicano a sé stessi, vedere come cominciano a crescere e comprendere chi sono, come sono fatti, che esistono e che sono unici.
L’utilità degli specchi per i bambini.
Ma quindi, a cosa servono gli specchi?
–Esercitare la capacità di concentrazione del neonato prima, e del bambino poi.
–Allenarsi a giocare in maniera autonoma, indipendentemente dall’intervento di un adulto.
–A dare al bambino un orizzonte più ampio e punti di vista sempre diversi e più sfaccettati.
–Sviluppare sempre meglio e più la crescita emotiva e sociale del bambino in virtù dell’osservazione delle dinamiche che si svolgono davanti allo specchio e che hanno come protagoniste le altre persone (i genitori, i fratelli, i compagni di scuola ecc).
Se volete proporne uno a un bambino in assoluta sicurezza, vi consigliamo di scegliere uno specchio in acrilico: se di buona fattura la qualità dell’immagine che rifletterà sarà comunque alta e voi eviterete di preoccuparvi. Posizionatelo nell’area gioco ad altezza pavimento fin da subito, in modo che il neonato girandosi lo trovi a disposizione o nelle vicinanze della zona cambio per rendere il bambino partecipe del momento e dei movimenti che fate per curarlo.
Il test della macchia: come capire se il bambino ha raggiunto consapevolezza di sé.
Un test curioso, all’assoluta portata di tutte le famiglie, per comprendere a che grado di consapevolezza sia giunto il bambino è quello cosiddetto della macchia. Consiste nel disegnare un pallino sul naso del bambino, porlo in sicurezza davanti a uno specchio e osservarlo. Se il bambino, guardandosi, si tocca il naso, ha compreso di avere davanti proprio la sua immagine riflessa. Divertente, no? E voi avete mai osservato come il vostro piccino interagisce con gli specchi? Raccontatecelo nei commenti!
Vi lasciamo con questa immagine che ritrae l’immancabile “magico portale”: se vi siete innamorati a prima vista come noi del risultato, scriveteci: vi daremo tutte le informazioni relative ai servizi fotografici che realizziamo. All’incantesimo e alle foto penseremo noi col nostro obiettivo.
Andrea & Claudia